Ops quasi dimenticavo! No non è vero non me lo sarei mai dimenticata. Ci tenevo ad avere in questo mio spazietto virtuale uno spassoso racconto che condivido dalla prima all'ultima parola. Vorrei tanto annunciare che è stato partorito dalla mia penna d'oca ma così non è. L'autrice è quella mente eclettica di SALEQUBI che è riuscita, a mio parere, ad esprimere il rapporto che abbiamo con la nostra amante come nessuna aveva fatto prima....mi pare..
"La cucina per me non è solo un luogo. E' un luogo di culto.
Mi ci reco ogni giorno. Ci compio dei rituali. Ci faccio delle adorazioni.
E ci prego.
Soprattutto quando in forno ho un soufflè.
Quando invece ho gente a cena posso anche arrivare a compiere delle danze propiziatorie.
La cucina è anche un amica. A volte più facile da gestire.
Non ribatte quando le urli addosso.
Non si lamenta quando la sporchi con il sugo.
Non grida quando le rovesci addosso il caffè bollente.
Non ti denuncia quando la pesti con un batticarne.
Non si offende se la trascuri e ti ascolta sempre in silenzio senza interromperti.
Non si lamenta quando la sporchi con il sugo.
Non grida quando le rovesci addosso il caffè bollente.
Non ti denuncia quando la pesti con un batticarne.
Non si offende se la trascuri e ti ascolta sempre in silenzio senza interromperti.
E poi la cucina è il mio rifugio.
Da piccola lo era la tenda degli indiani fatta con un lenzuolo appeso ad un albero in giardino.
Poi lo è diventato la mia cameretta con il cartello "keep away" sulla porta.
E poi crescendo lo è diventato la cucina.
Che da quando non vivo più sola dev'esser rigorosamente abitabile per necessità di sopravvivenza.
Che da quando non vivo più sola dev'esser rigorosamente abitabile per necessità di sopravvivenza.
La mia.
La mia cucina ora è il nido in cui posso rifugiarmi quando ho bisogno di decomprimermi.
E' il mio laboratorio in cui posso far confluire le mie energie e la mia creatività.
Ma è anche, e soprattutto, il luogo in cui posso solo stare ferma.
Seduta in silenzio sullo sgabello.
A guardare fuori dalla finestra.
Mentre aspetto che cuociano i biscotti.
Seduta in silenzio sullo sgabello.
A guardare fuori dalla finestra.
Mentre aspetto che cuociano i biscotti.
Senza bisogno di fare nient'altro."
Ingredienti per la base:
70gr tuorli
180gr albume
50gr zucchero
175gr cioccolato fondente al 50% (+ per la decorazione)
Lavorare bene i tuorli con l'albume; aggiungere lo zucchero. Montare il tutto e, infine, aggiungere il cioccolato precedentemente fuso.
Versare in uno stampo e cuocere in forno a 170° per circa 20 minuti.
Si ottiene così una sorta di pan di spagna molto compatto e umido. E già così basterebbe. E' talmente buono che si potrebbe mangiare da solo senza guarnizioni di alcun tipo; ma visto che la gola è uno dei miei peccati preferiti facciamoci male...
Ingredienti per l'orange curd:
la scorza di 3 arance + il succo di 2
50gr burro
100gr zucchero
2 tuorli
Montare i tuorli con lo zucchero. Unire il burro fuso e aggiungere succo e scorza delle arance.
Amalgamare il tutto e cuocere a bagnomaria o a fuoco basso come una crema normale.
Lasciare raffreddare la crema. A questo punto può essere riposta in vasetti debitamente sterilizzati e conservata in frigo per circa 10 giorni.
Io l'ho lasciata in frigo per una notte e il giorno dopo ho composto il dolce. Con un coppapasta ho ricavato dal biscotto al cioccolato dei dischi alti circa 1 cm. Ho aggiunto uno strato di orange curd e ho intervallato il secondo strato di orange con un disco sottile di cioccolato ottenuto fondendo quest'ultimo, spatolandolo su una superficie e ritagliandolo con uno stampino tondo. Ho terminato con un altro dischetto di cioccolato. Il secondo tortino, invece, l'ho composto con gli stessi ingredienti ma in modo diverso. Diciamo più semplice e veloce....avevo perso la pazienza.